Kiss of The Damned (Il bacio dei dannati) – Film di chiusura – FC

Djuna è un’affascinante vampira ritiratasi a vivere in una splendida magione nel Connecticut. Conosce Paulo, uno sceneggiatore che si innamora di lei. Djuna non vorrebbe coinvolgerlo nel suo inevitabile destino, ma poi cede alla passione. L’arrivo della malefica sorella Mimi metterà in pericolo la loro relazione e la vita dell’intera comunità.

——————————————————————————-

Il vampirismo è un tema non soltanto ricorrente al cinema, ma anche piuttosto fisiologico. Un’opera prima come Kiss of the Damned non soltanto si riallaccia una tradizione, di cui condivide – per così dire – i “fondamentali”, ma come poche opere recenti e meno recenti punta a un rinnovamento critico, ideologico ed estetico dei canoni consolidati. Kiss of the Damned, sin dal titolo molto programmatico e connotativo, è dunque una suggestiva rilettura del filone, che mescola il principale genere di riferimento, che è l’horror, con l’erotismo, da sempre sotteso alle imprese notturne dei vampiri di ogni età, epoca, e  tendenza sessuale. C’è in questo film un visione adulta dell’approccio metaforico alla figura e alla condizione prevalentemente notturna del vampiro inteso come “diverso” o fisiologico, anzi fanta-biologico amante infelice, dove le canoniche atmosfere dark trovano nelle pratiche espressive delle sottoculture (non in senso dispregiativo) video-musicali, della video art, dell’underground, del fumetto gotico popolare a volte necessariamente “spinto” e pruriginoso, ma anche sul un piano alto della cultura del melodramma, un terreno variegato e fertile di rielaborazione. L’intelligenza e la suggestione, il retaggio e l’aggiornamento in questo film sono perciò componenti inseparabili, a supporto di un discorso sul presente che vede la stessa sottocategoria vampiresca assurgere a sintesi della società, in cui si contrappongono spinte – da un lato – all’integrazione, alla conservazione e alla normalità borghese e – dall’altro – alla trasgressione sfrenata, distruttiva e autodistruttiva. In questa opera prima molto eccentrica firmata da Xan Cassavetes, figlia irriverente di uno dei grandi maestri del cinema americano non di sistema, John Cassavetes, il genere si affranca in modo sapiente dal neo-sentimentalismo conservatore e coatto della saga di Twilight. Si prediligono maggiormente le atmosfere gotiche di matrice europea, in particolare il milieu alto borghese e aristocratico italiano, marcio e perverso, dei film di Mario Bava e si punta contestualmente all’analisi sociologica con punte di provocatorio intellettualismo.

(Anton Giulio Mancino)

——————————————————————————————————————————————

Xan Cassavetes, attrice e regista statunitense, ha recitato in diversi film, fra cui Alpha Dog (2006) del fratello Nick Cassavetes. In qualità di regista, ha diretto il cortometraggio Dust (2000) e il documentario Z Channel: A Magnificent Obsession. Kiss of the Damned è il suo primo film di finzione.

——————————————————————————————————————————————-

NOTE CRITICHE di Mariella Cruciani

I film sui vampiri, quasi sempre inseriti nel genere horror, sono spesso considerati pellicole di serie B, degne di interesse per gli effetti speciali o per le colonne sonore inquietanti. In realtà, fin dall’epoca del muto, il film di vampiri si pone come racconto morale: Dracula, vampiro per eccellenza, è, infatti, alle prese con il male e il bene, la morte e la vita.

Il conte transilvano è l’incarnazione del potere senza limiti, del sesso senza controllo, del desiderio che sfugge a qualsiasi costrizione. E’ proprio l’incapacità di accettare la frustrazione del desiderio che porta Dracula (1992) alla perdizione, come si può ben vedere nella versione cinematografica realizzata da Francis Ford Coppola: il conte Vlad non accetta di vivere senza la moglie Elisabeta, morta suicida, e si trasforma in vampiro.

Anche Intervista con il vampiro (1994) di Neil Jordan si apre con il racconto di un lutto: Louis (Brad Pitt), svelando ad un giornalista come sia diventato vampiro, rievoca la tragica morte della moglie e del figlio. Kiss of the damned di Xan Cassavetes, figlia di John Cassavetes e Gena Rowlands, sorella di Zoe e Nick, si riallaccia, naturalmente, al filone vampiresco ma, nello stesso tempo, punta a rinnovarlo, contaminandolo con il fumetto e la video art. Le due sorelle vampire del film, una (Josephine de la Baume) decisa a coronare il suo sogno d’amore con Paulo (Milo Ventimiglia), uno sceneggiatore che si innamora di lei, l’altra (Roxane Mesquida) sfrenata nel sesso e nel nutrirsi di sangue umano, sono ben distanti anche dai cliché di Twilight e, se mai, guardano più ai torbidi film di Mario Bava. Ha detto la regista: “Ho voluto attingere alla tradizionale contrapposizione fra solitudine e brutalità dei film di vampiri per costruire una storia di un gruppo di creature confuse che cerca di fare del suo meglio per scoprire la verità.” Infine, riguardo alle scelta di protagoniste femminili, ha notato: “Credo che le donne siano seducenti predatrici, creature spesso inconsapevoli del proprio potere. Dopo questo sexy-horror sarà noioso tornare a raccontare la gente normale!”.

(Mariella Cruciani)


di Redazione
Condividi