CINEMA – Festa Internazionale di Roma – I giorni conclusivi e i premi ufficiali

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voyage-en-armenie-guediguianAncora star internazionali ( Harrison Ford, Richard Gere, Robert De Niro) alla Festa del Cinema di Roma, ma anche tante opere d’autore interessanti e variegate. Si va dall’inconsueto L’Héritage di Temur e Gela Babluani al tradizionalissimo, ma non per questo scontato, Mille miglia…lontano di Zhang Ymou, inspiegabilmente incluso nella sezione Extra, riservata, per lo più, ai documentari.

Temur Babluani, storico maestro del cinema georgiano, e suo figlio Gela, esordiente pluripremiato della scorsa stagione, firmano insieme un film originale e straniante sul tema della giustizia e sul ruolo dei mezzi di comunicazione.
L’Héritage, attraverso le vicende di tre reporter free lance che, arrivati a Tblisi, incontrano un anziano e suo nipote, diretti presso il villaggio nemico, dove il vecchio sarà ucciso, affinché cessi per sempre il conflitto tra due famiglie rivali, pone allo spettatore un interrogativo decisivo: è immorale uccidere? O è più immorale voler “documentare”, come intendono fare i tre personaggi, ciò che accade? Un’opera fuori dagli schemi, dal ritmo lento e sospeso, con atmosfere a metà strada tra Beckett e Kafka. Con Mille miglia… lontanoZhang Ymou abbandona i film d’azione (Hero, La casa dei pugnali volanti) degli ultimi anni e si concentra su una storia familiare, intima e commovente, che si svolge tra il Giappone e la Cina.
Dopo tanti anni di conflitto, un solitario pescatore giapponese cerca di riconciliarsi con il figlio, che ora vive in Cina ed è malato terminale di cancro: il genitore affronterà, così, un lungo viaggio per portare al figlio un dono personalissimo proveniente dal cuore della Cina.
Un film intenso e toccante, arricchito dalla presenza di un attore straordinario, Takakura Ken, spesso definito la risposta giapponese a Clint Eastwood per il carisma silenzioso, qui perfetto nei panni del padre che ritrova la capacità di esprimere i propri sentimenti.

Altro film di forte impatto emotivo è Nacido y Criado dell’argentino Pablo Trapero: l’esistenza agiata e serena di Santiago (Guillermo Pfening), giovane restauratore con moglie e bambina, viene sconvolta da un incidente di cui si sente responsabile e che lo spinge a nascondersi in un angolo sperduto nel sud dell’Argentina.
Ad un passo dalla follia, Santiago dovrà lottare per superare il doloroso passato e recuperare il controllo della propria vita. Trapero riesce a trattare una materia delicata e difficile con misura, costringendo il suo attore a reprimere gesti e parole e affidando l’espressione degli stati d’animo a canzoni struggenti, talora ridondanti, che finiscono per costituire la vera ossatura del film.

Da segnalare anche Viaggio Segreto di Roberto Andò, liberamente tratto dal romanzo Ricostruzioni di Josephine Hart ed Evento Speciale del Festival.
Il film di Andò si interroga su un tema cruciale: come si sopravvive al dolore e alla catastrofe? La risposta che il regista dà è, sostanzialmente, questa: se si è capaci di uscire dai protocolli, la vita stessa offre delle occasioni per ricostruirsi e ricostruire. Vediamo,così, un giudice (Marco Baliani) e suo figlio (Alessio Boni), di professione psicoanalista, trasgredire, rispettivamente, le regole della Legge e della scienza di Freud per consentire alla figlia, e sorella, di tornare a vivere.
L’insopprimibile, inesauribile, inalienabile voglia di ricominciare, presente in ogni essere umano, è, insieme alla sofferenza lacerante di ogni distacco, la vera materia di questo bel film, doloroso ma anche ottimista. Presente in Concorso e più adatto, invece, alla sezione Extra, il documentario La strada di Levi di Davide Ferrario.
Il regista di Tutti giù per terra e Dopo mezzanotte decide di ripercorrere il cammino compiuto, attraverso l’Europa, da Primo Levi per tornare a Torino, dopo la liberazione da Auschwitz. Un film che attraverso l’intelligenza di Levi racconta l’Europa di oggi, compresa l’Italia, vista con le nostre idee politiche ma attraverso la sua visione morale e culturale – queste le intenzioni di Ferrario. In realtà, il sovrapporre alle parole di Primo Levi le immagini dell’Europa post-comunista di oggi crea nello spettatore una sorta di spaesamento per cui risulta difficile concentrarsi sul presente e, contemporaneamente, riflettere sul passato.
Complessivamente, la Festa ha mantenuto le sue promesse, proponendo film di livello e generi diversi: per il prossimo anno, si auspica una selezione meno ampia ma più caratterizzata, capace di conferire anima e identità ad una manifestazione culturale generosa ed importante, ma ancora in fieri.

CINEMA – Festa Internazionale di Roma – I PREMI UFFICIALI

Miglior Film: Izobrajaya Zhertvy / Playing the Victim di Kirill Serebrennikov

MIgliore Interpretazione Femminile: Ariane Ascaride in Le Voyage en Arménie / Armenia di Robert Guédiguian

Migliore Interpretazione Maschile: Giorgio Colangeli per L’ aria salata di Alessandro Angelici

Premio Speciale della Giuria: This is England di Shane Meadows


di Mariella Cruciani
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