Al Biografilm Festival 2022 è stato attribuito il premio Best Film Award a After a Revolution di Giovanni Buccomino, una coproduzione italo-inglese. Il film ci porta in Libia durante i conflitti del 2011, dove un fratello e una sorella si trovano a combattere su fronti opposti: Harun è schierato con i sostenitori di Gheddafi, Myriam combatte per la libertà ed è con i “ribelli”. Il regista segue i due fratelli per anni e, con il tempo e con il cambiare della situazione politica, registra i cambiamenti nei due protagonisti. I due fratelli sono di Bani Walid, cittadina roccaforte di Gheddafi, e i “ribelli” vogliono sterminare proprio in quel paese tutti i sostenitori del leader libico.
Myriam, soprannominata Dochka come il mitragliatore che ha utilizzato in battaglia, è una donna istruita, lavora in ospedale, si candida alle elezioni perché non vuole che chi ha combattuto per il paese, come suo fratello, venga fatto fuori: in fondo per lei entrambi hanno lottato per la patria.
Myriam inizia la sua campagna elettorale andando di tribù in tribù e lotta affinché i combattenti siano protetti. Ha dei figli piccoli, il lavoro, ma decide che è ugualmente importante l’impegno politico. Nonostante la fervente passione politica, Myriam non riuscirà ad essere eletta. Harun cerca di sfuggire da chi gli dà la caccia e per un periodo sia Myriam che Harun andranno in Tunisia.
Buccomino, che ricostruisce la storia dei due fratelli, cerca di mostrarli nella loro intimità e nella lotta, che oltre che politica è anche con se stessi e il proprio carattere aggressivo e assolutista. Entrambi i fratelli hanno delle difficoltà a capire la necessità di compromessi, a comprendere le evoluzioni in atto nel paese e il loro allontanamento dalla Libia servirà in parte a riflettere su se stessi. Myriam viene chiamata insieme ad altre donne musulmane a lavorare ad un progetto di pace in un congresso organizzato in Svizzera, e lì capisce che, oltre a cercare di lavorare per il proprio paese, deve agire su se stessa per domare il carattere irruento e irascibile che la contraddistingue.
È nel ritrarre i personaggi scelti come oggetto della propria indagine che Buccomino mostra la propria abilità registica, scavando nella loro intimità e nei loro conflitti interiori, che sono specchio dei conflitti del paese che racconta.After a Revolution, che aveva partecipato a Idfa 2021, non vuole essere un reportage su ciò che è successo in Libia negli ultimi anni, ma desidera entrare dentro le coscienze dei protagonisti in un viaggio umano e psicologico sugli effetti e i traumi di chi vive in guerra.

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After a Revolution
Anna Di Martino24 Giugno 2022Commenti disabilitati su After a Revolution
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